Dalla Presentazione di S.E. Mons. Angelo Lucio Maria Renna
Presento volentieri questa raccolta di Statuti diocesani che vanno intesi come aiuto e strumento perché i vari Organismi e le diverse realtà ecclesiali possano esprimere la specifica identità in una visione ecclesiale d’insieme. E’ ovvio che essi non sono esaustivi, nel senso che, ove opportunità e/o necessità lo richiedesse, possono essere integrati da regolamenti. I regolamenti, però, non possono essere formulati senza tener conto del Codice di Diritto Canonico e degli Statuti diocesani. Possono essere un’applicazione più dettagliata degli Statuti, alla luce di particolari esigenze, situazioni o tradizioni.
Il principio da conservare: come gli Statuti diocesani non possono essere in contrasto con il Codice di Diritto Canonico, così i regolamenti particolari non possono contenere direttive o norme che siano contrari agli Statuti stessi. Ho parlato di aiuto e strumento nel presentare la presente raccolta, perché, al di sopra di tutto, si presuppone la carità pastorale, il sentirsi ed essere comunità in comunione e disponibile al servizio verso il popolo di Dio.
La Chiesa, in tutte le sue componenti, non è una realtà che trova in se stessa, nella sua conservazione, nella sua vita comunitaria, il fi ne del suo esistere. Essa è voluta da Dio come “carne storica di Cristo”, prolungamento nel tempo e nello spazio di Cristo, l’Inviato del Padre per la salvezza dell’umanità. La Chiesa è corpo mistico di Cristo al servizio delle creature, uomini e donne, per aiutarle ad incontrarsi con Gesù, unica speranza e salvezza del mondo.
Essendo, tale corpo, composto da diverse membra e presenze associative (non chiuse nell’egoismo di gruppo, ma aperte, disponibili e impegnate nella Chiesa e, con essa, nel mondo), tale corpo richiede delle direttive generali che ciascuno deve fare proprie per ritmare il cammino della propria vita e del proprio servizio ecclesiale con gli altri. Gli Organismi diocesani, le realtà associative e i movimenti rendono più ricca la Chiesa quando lavorano in sintonia tra di loro, in comunione col Vescovo e col Papa.
Ma, qualora- Dio non voglia – si ritengono liberi, indipendenti e, perciò, esposti alla tentazione del fare sempre e tutto da sé, si trasformano in realtà negative, lesive della comunione ecclesiale.
Affi do questa raccolta alla sensibilità di tutti: sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e fedeli laici.
Ai parroci raccomando vivamente di farla conoscere ai propri fedeli e, specialmente, ai più stretti collaboratori nell’animazione pastorale.
Maria SS.ma, da noi invocata come Madonna del Soccorso, ci accompagni sempre per essere ed agire in sintonia con la divina volontà a favore del nostro popolo.